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LA GIUSTIZIA DI PAPERINIK

Ho sempre adorato il papero notturno, alter ego di un malcapitato vittima di zii despoti, nipotini insopportabili, fidanzata volubile e sfortune varie. In fondo la dimensione del giustiziere fornito di gadget fantascientifici appartiene alla fantasia di ognuno di noi. Chi non vorrebbe poter spiaccicare con un panzer gommato l’auto di quel bruto che ci ostacola il parcheggio?

 

Chi non godrebbe ad usare una enorme mano di gomma per schiaffeggiare il vicino che si ostina ad ardere puzzolentissime braci sul balcone di fianco al nostro, proprio quando il caldo ci costringe a lasciare aperte le finestre? Quella parte di noi che è preda di rabbie, di rancori, di sensi di rivalsa, vorrebbe esprimere la propria furia distruttiva in ogni modo possibile, appena possibile. Viviamo in un’epoca in cui il malessere collettivo ed individuale è quotidiano. Siamo tutti insoddisfatti della nostra vita, delle nostre relazioni, e tendiamo solitamente ad addossarne la responsabilità volta per volta agli obiettivi che i media ci propongono.

Possono essere i politici, sempre ladri (beh… ;-)) oppure gli extracomunitari, sempre profittatori, o magari i massoni, perennemente intenti a tramare o i clericali, oscurantisti per definizione. Via di questo passo, generiamo categorie su categorie; l’importante è che siano nemiche, ostili, responsabili di tutta la nostra sofferenza, di tutti i mali, di tutti i guasti. Ovviamente gli avvocati non sono da meno: oggettivamente, nella percezione generale, un omicidio di un avvocato non è un reato… e battute, barzellette, motti di spirito ostili non si contano.

Ne cito giusto uno, così, tanto per esempio: Avvocati : preferiti alle cavie nei laboratori medici perché si riproducono più in fretta, sopprimendoli non si hanno problemi di coscienza, e poi san fare più cose dei topi. (Michael Rafferty) Probabilmente, se veniamo percepiti con tanto amore e riconoscenza in larga parte del mondo, un po’ di responsabilità l’abbiamo: quanto meno, non siamo stati capaci di evitare che tanti di noi mostrassero meno scrupoli di una medusa killer.

Eppure nessuno mi toglie dalla mente che le generalizzazioni per categoria, con la loro logica di “giustizialismo alla Paperinik” finiscano per ritorcersi contro gli stessi giustizieri, che, ben contenti di aver deatomizzato con un apposito accrocco ideato da Archimede Pitagorico tutti gli odiati legali, non si accorgono così di aver fatto il gioco di altri e più organizzati profittatori.

Da anni la figura del difensore viene sistematicamente demolita. In parte, lo abbiamo detto, dagli stessi appartenenti all’Ordine, che davvero ben poco hanno fatto per imporre ai propri iscritti vere e stringenti norme deontologiche e comportamentali. In larga parte, però, c’è lo zampino di ben altri figuri. Con la giustificazione di costi esorbitanti, comportamenti vessatori, parcelle insostenibili ed irresistibile tendenza all’evasione fiscale, associazioni di “consumatori” insieme a legislatori complici, hanno devastato la normativa preesistente, imponendo ai professionisti onesti (perché quelli disonesti trovano comunque il modo di continuare ad esserlo, fregandosene altamente) dapprima retribuzioni ridicole, soprattutto per i giovani, e poi via via sottraendo ambiti di esercizio dell’attività. Invece di puntare ad una “sanificazione” della professione, facendo in modo che i disonesti, i profittatori, gli incompetenti, venissero espulsi dal sistema, si è preferito mortificare la figura dell’avvocato difensore del cittadino, delegittimandolo, imponendogli una serie di oneri (assicurazioni, aggeggi informatici da acquistare a carissimo prezzo, vincoli di parcella e non avete idea quante altre follie) ed estromettendolo da molti ambiti. Così il consumatore-cittadino è vendicato. Quegli sporchi truffatori/evasori degli avvocati sono sistemati. Bene.

Ma ai diritti della gente chi ci pensa?

Non si sa. Davvero, nessuno lo sa.

Avvocato Enrico Franceschetti  

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